Per uno sciame che va un’altro se ne viene, forse.

La cometa 46P/Wirtanen responsabile dello sciame. Photo credit: T. Credner, J. Jockers, T.Bonev / Max-Planck-Institut fur Aeronomie

In questi giorni uno sciame meteorico incrocia l’orbita della Terra: le Geminidi 1, e come dice il nome,  il suo punto radiante è nella costellazione dei Gemelli.

Le Geminidi sono originate da un oggetto alquanto strano: 3200 Phaethon (3200 Fetonte). Scoperto dal compianto telescopio infrarosso IRAS nel 1983, 3200 Fetonte 2  è classificato come asteroide Apollo 3 ma il suo perielio è addirittura inferiore all’orbita di Mercurio!
Forse per le grandi forze mareali del Sole, forse per uno scontro avvenuto al di là dell’orbita di Marte o forse, più semplicemente, perché è solo il nucleo solido di una antica cometa ormai estinta, fatto sta che 3200 Fetonte si sta disintegrando, tant’è che le Geminidi fra qualche centinaio di anni si saranno estinte.

Ma per uno sciame che scompare eccone un altro che arriva: ancora non ha un nome, anzi ancora non si è vista una meteora, o forse sì, proprio in queste sere.

La 46P/Wirtanen sarà la protagonista del mese di dicembre 2018, quando passerà velocemente tra Aldebaran e le Pleiadi ad appena 10 milioni di chilometri dalla Terra.
Credit: Il Poliedrico

L’origine di questo – per ora teorico – sciame è la cometa periodica 46P/Wirtanen, scoperta solo nel 1948 e probabile obiettivo di una futura missione spaziale 4

Il periodo di questa cometa è di 5,4 anni e il suo perielio è curiosamente appena fuori all’orbita terrestre. La causa di questo perielio così ampio è dovuto ai ripetuti passaggi nei pressi di Giove che di fatto ha reso caotica l’orbita di 46P/Wirtanen.
Nonostante i ripetuti passaggi ravvicinati della Terra nei pressi del nodo ascendente dell’orbita della cometa, finora non erano mai state osservate meteore riconducibili a questo radiante, ma stando alle simulazioni orbitali del cacciatore di meteore russo  Mikhail Maslov quest’anno la Terra dovrebbe intersecarne la coda dei detriti tra il 10 e il 14 dicembre.

Mentre il radiante delle Geminidi è sopra l’orizzonte per tutta la notte, il nuovo sciame  – se ci sarà – sarà visibile solo nelle ore prima della mezzanotte.
Anche lo sciame sarà particolare: la ZHR previsto è solo di 30 meteore per ora con una velocità di ingresso molto più bassa delle Geminidi 5, il cui ZHR è previsto di 120.

I due radianti degli sciami meteoritici di cui si parla nell’articolo alle ore 20:00 UTC per il meridiano di Roma.
Credit: Il Poliedrico

Ora freddo e nubi permettendo, con la Luna Nuova e il cielo non inquinato dalle luci dei centri urbani, comunque vada lo spettacolo meteoritico è assicurato per venerdì 14 e le prime ore di sabato 15.
Cieli Sereni


La materia oscura? Forse solo una bolla?

 Nota: il titolo non è corretto ma per ovvi motivi di indicizzazione ormai non può più essere cambiato. In verità non mi è mai neanche piaciuto anche se ormai è così e basta. Il titolo più corretto sarebbe 

La massa mancante? E se fosse in una bolla?

ringrazio chi mi ha fatto notare l’incongruenza del titolo rispetto al breve articolo. non me ne vogliate per questo. Errare humanum est …

La bolla che avvolge la Via Lattea. Bolle simili avvolgono anche le altre galassie.
Credit: NASA / CXC / M.Weiss; NASA / CXC / Ohio State / A Gupta et al

Una enorme  bolla caldissima, tra 1 e 2,5 milioni di kelvin, con un raggio di almeno 300.000 anni luce avvolge la Via Lattea. La massa di questa bolla è paragonabile da sola a tutta la massa della Galassia.
Questo è il risultato di un recente studio sui dati ripresi dal Chandra X-Ray Observatory della NASA, dell’XMM-Newton dell’ESA e il giapponese Suzaku.

Chandra ha osservato otto sorgenti extragalattiche di raggi X distanti centinaia di anni luce misurando l’assorbimento dell’ossigeno in prossimità del disco galattico, consentendo così di stimarne anche la temperatura di questa bolla.

Studi simili hanno dimostrato che bolle simili circondano anche le altre galassie con temperature che vanno tra i 100.000 e 1 milione di kelvin.
Se questi studi verranno confermarti anche da altre ricerche, l’annoso problema della massa mancante potrebbe avviarsi verso una soluzione, ma ancora ancora non basta.


Riferimenti:
http://chandra.harvard.edu/photo/2012/halo/
A huge reservoir of ionized gas around the Milky Way: Accounting for the Missing Mass? ArXiv 16 agosto 2012

Neutrini più veloci della luce? forse forse proprio no …

Umby

Certamente vi ricorderete la clamorosa notizia dei neutrini più veloci della luce scoperti l’anno scorso nel corso dell’esperimento Opera del CENR Ginevra/Gran Sasso.
Forse vi ricorderete di più la barzelletta del Tunnel Gelmini che uscì fuori nel celebre comunicato del Ministro dell’Università e Ricerca 1 che partiva dai laboratori di ricerca di Ginevra e attraversava l’Italia perfetttamente dritto per 750 chilometri dentro la crosta terrestre fino ai laboratori del Gran Sasso.

Bene, nel settembre 2011 fu illustrato in una conferenza stampa del CERN che i risultati dell’esperimento Opera mostravano che un tipo di neutrini associati al muone (\nu_\mu\,) 2 percorreva la distanza di 750 km giungendo con 60 millisecondi di anticipo rispetto a quanto avrebbe fatto un raggio di luce nel vuoto a percorrere la medesima distanza.

In questi cinque mesi le elucubrazioni scientifiche o meno su come esistano dei neutrini superluminali si sono sprecate, dagli universi paralleli alle dimensioni extra e così via, ma a quanto pare era colpa della più infida delle bestie della scienza sperimentale: la riduzione degli errori strumentali.
Pare infatti che sia stato un  cavo ottico  del sistema GPS (un po’ più sofisticato di quello dei nostri normali navigatori satellitari) non serrato bene, o forse un errore nel timer del tempo di volo dei neutrini abbiano causato un errore sistematico nella lettura dei dati dell’esperimento 3.

Certo che magari la ricerca scientifica italiana non ne esce proprio bene; potevano essere controllati  meglio tutti gli strumenti e le apparecchiature di controllo prima di emettere un comunicato che attestava la fine dell’era di Einstein, come qualcuno l’aveva chiamata 4.

Però vorrei tirare le orecchie anche a coloro che ora sono pronti a scagliarsi contro i fisici italiani 5: la Scienza è fatta anche – e soprattutto – di errori che vengono riconosciuti come tali e risolti. Questo è progresso scientifico, sfido altri campi del pensiero umano – come l’economia o la politica – a riconoscere e correggere i propri errori altrettanto bene e in fretta.

Neutrini più veloci della luce? forse sì forse no …

È di queste concitate ore la notizia che gli scienziati dei laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare  del Gran Sasso in collaborazione con quelli del CERN di Ginevra avrebbero scoperto che una forma dei neutrini associati al muone (\nu_\mu\,) supera la velocità della luce nel vuoto è 1 di circa 20 parti per milione.

Di per sé se venisse confermata la scoperta sarebbe semplicemente devastante: infatti per la meccanica relativistica niente può superare la velocità della luce purché abbia una massa – per quanto piccola – ma non nulla. E i neutrini, per pur piccola che sia, hanno una massa e per questo non dovrebbero nepure eguagliare la velocità della luce nel vuoto c, anche se dopo i fotoni sono le particelle più veloci.

Le prospettive che si aprirebbero a mio avviso possono essere sostanzialmente due:
la meccanica relativistica e la sua controparte quantistica potrebbero risultare essere una versione semplificata di una più ampia meccanica superluminare, forse una vera TOE (acronimo inglese per Theory Of Everything), un po’ come la meccanica newtoniana lo è per quella relativistica, oppure l’oscillazione neutrinica durante il percorso ha subìto uno strappo – ha preso una scorciatoia – sfruttando una di quelle dimensioni arrotolate che le bozze delle TOE attuali richiedono per essere coerenti.
Infine potrebbe anche essere un errore di riduzione dei dati raccolti, uno di quelli a cui proprio non si penserebbe mai, un po’ come quando si perde un pomeriggio a cercare gli occhiali e che poi si hanno sulla testa.

Basta, tra tunnel spaziali, passaggi extradimensionali, sto solo facendo della fantascienza anche se l’occasione di dire la mia era troppo ghiotta anche a costo di scadere nel ridicolo per lasciarla perdere.
Aggiungo solo che i dati della – per ora presunta – scoperta sono disponibili su Arxiv a questo indirizzo. Leggeteli e poi venite a commentare qui, o sul forum o su Facebook.