Una congiunzione a barchetta

Credit: Il Poliedrico

Così si presenterà il cielo verso sudovest questa sera verso le 19:00 per il centro Italia (nuvole permettendo).
Sicuramente quello che spicca di più è la congiunzione Venere-Luna. In questo periodo Venere sta lentamente aumentando la sua già considerevole luminosità 1, mentre la Luna avrà, abbastanza curiosamente, la parte illuminata rivolta verso il basso, simile a una barchetta disegnata dai bambini.
Questo è un fenomeno che si verifica quando l’asse di fase 2 è parallelo all’orizzonte. Non sempre questo accade ed è dipendente dalla latitudine dell’osservatore, ora spiegare la geometria del curioso fenomeno ci porterebbe troppo lontano, magari potremmo riparlarne in futuro.
Sopra i due astri principali troneggia Giove, seguito a distanza dall’ammasso delle Pleiadi. Il tutto incastonato tra le stelle più brillanti del nostro cielo – ne abbiamo già parlato il mese scorso:  Le stelle invernali – Sirio, Rigel, Betelgeuse, Antares e una delle più belle costellazioni del cielo: Orione.

Buona visione e cieli sereni.

Neutrini più veloci della luce? forse forse proprio no …

Umby

Certamente vi ricorderete la clamorosa notizia dei neutrini più veloci della luce scoperti l’anno scorso nel corso dell’esperimento Opera del CENR Ginevra/Gran Sasso.
Forse vi ricorderete di più la barzelletta del Tunnel Gelmini che uscì fuori nel celebre comunicato del Ministro dell’Università e Ricerca 1 che partiva dai laboratori di ricerca di Ginevra e attraversava l’Italia perfetttamente dritto per 750 chilometri dentro la crosta terrestre fino ai laboratori del Gran Sasso.

Bene, nel settembre 2011 fu illustrato in una conferenza stampa del CERN che i risultati dell’esperimento Opera mostravano che un tipo di neutrini associati al muone (\nu_\mu\,) 2 percorreva la distanza di 750 km giungendo con 60 millisecondi di anticipo rispetto a quanto avrebbe fatto un raggio di luce nel vuoto a percorrere la medesima distanza.

In questi cinque mesi le elucubrazioni scientifiche o meno su come esistano dei neutrini superluminali si sono sprecate, dagli universi paralleli alle dimensioni extra e così via, ma a quanto pare era colpa della più infida delle bestie della scienza sperimentale: la riduzione degli errori strumentali.
Pare infatti che sia stato un  cavo ottico  del sistema GPS (un po’ più sofisticato di quello dei nostri normali navigatori satellitari) non serrato bene, o forse un errore nel timer del tempo di volo dei neutrini abbiano causato un errore sistematico nella lettura dei dati dell’esperimento 3.

Certo che magari la ricerca scientifica italiana non ne esce proprio bene; potevano essere controllati  meglio tutti gli strumenti e le apparecchiature di controllo prima di emettere un comunicato che attestava la fine dell’era di Einstein, come qualcuno l’aveva chiamata 4.

Però vorrei tirare le orecchie anche a coloro che ora sono pronti a scagliarsi contro i fisici italiani 5: la Scienza è fatta anche – e soprattutto – di errori che vengono riconosciuti come tali e risolti. Questo è progresso scientifico, sfido altri campi del pensiero umano – come l’economia o la politica – a riconoscere e correggere i propri errori altrettanto bene e in fretta.

E’ morto Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975

 

E’ morto Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975

 

Quando se ne va uno così è come se una piccola parte di noi se ne vada con esso.

Proprio stamattina commentavo un articolo apparso su Scetticamente.it riguardante la cronaca di un convegno di deliranti andati ad ascoltare un ancor più delirante ciarlatano che pretende di curare il cancro col bicarbonato di sodio; il comune bicarbonato che si usa prendere quando si è esagerato a tavola o per lavarsi i piedi dopo una giornata di trekking.
Stasera scopro che il grande ricercatore (premio Nobel nel 1975)  italiano emigrato negli Stati Uniti d’America 1 che ha rivoluzionato la ricerca medica sul cancro è morto.
Addio Renato Dulbecco, grazie per quello che hai saputo dare

Rabdomanzia extraplanetaria

Un'ipotetica spiaggia di un remoto pianeta.

Dei tanti pianeti che il telescopio spaziale Kepler continuamente scopre, l’unica informazione certa che possiamo avere riguarda il loro periodo orbitale – da cui viene stimata poi la massa – e, se siamo stati particolarmente fortunati, possiamo riuscire a calcolare anche le loro dimensioni, ricavate dalla curva di luce dei  momenti iniziale e finale del transito davanti alla loro stella. Può sembrare poco ma non è così.

Abbiamo spesso parlato su queste pagine della necessità di un pianeta di possedere acqua liquida sulla sua superficie per sperare di ospitare forme di vita, e dei parametri orbitali necessari perché questa condizione si avveri, la famosa zona Goldilocks.
Infatti l’acqua è il miglior solvente esistente in natura.  L’acqua liquida protegge e rimescola le sostanze chimiche che poi danno luogo ai primi aminoacidi e ai primi lipidi da cui poi è nata la Vita.

A questo punto però sorge l’ambizione di scoprire -o almeno tentare di farlo – se i pianeti extrasolari con un orbita all’interno della loro fascia Goldilocks abbiano o no davvero oceani d’acqua liquida sulla superficie come spesso siamo portati a credere dai media generalisti che rilanciano le notizie delle scoperte.
Ovviamente non possediamo la tecnologia per andare a vedere in loco se davvero quest’acqua c’è o meno, magari forse in futuro questa possibilità l’avremo o forse mai.

Il sistema Terra_Luna, per ora l'unico pianeta conosciuto con oceani d'acqua liquida.

Però è certo che gli scienziati non possono aspettare per avere una risposta, e allora studiano come ottenere in qualche modo la stessa informazione, cioè verificare la presenza di acqua liquida sulla superficie di un pianeta extrasolare pur rimanendo ancorati a questo Pallido Puntino Blu.

In un articolo apparso su The Astrophysical Journal 1 alcuni ricercatori suggeriscono di osservare questi pianeti extrasolari simili alla Terra come orbita e dimensioni nel vicino infrarosso nelle due finestre consentite dalla nostra atmosfera: a 1.55 – 1,75 μm e 2.1 – 3 μm 2
A queste lunghezze d’onda dovrebbe essere possibile rilevare le variazioni della dispersione di luce che dovrebbero indicare la presenza di oceani acquei. Non solo, ma studi sulll’indice di rifrazione nella radiazione infrarossa rilevata dovrebbero permetterci di rivelare addirittura la presenza di nubi di vapore acqueo nell’atmosfera del pianeta.

Qui forse siamo ai limiti degli attuali strumenti, magari per la prossima generazione di telescopi infrarossi sarà quasi routine.

Ambo, terno e quaterna nel cielo di Long Island

Credit: Glenn Wester, New York

Sembra un’immagine ripresa da  uno di quei simulatori planetari  software che mostrano anche le tracce delle orbite, solo che questa sarebbe un’orbita improbabile per Venere, il soggetto di questa incredibile fotografia.
La scia luminosa che sembra attraversarlo l’ha tracciata la Stazione Spaziale Internazionale la sera del 13 febbraio e ripresa da Long Island, New York da Glenn Wester.
In alto si riconosce inconfondibile la sagoma delle Pleiadi e nel bel mezzo tra loro e Venere troneggia il maestoso Giove.

Bellissima foto!

Buon San Valentino

 

APOD: 2012 February 14 – The Rosette Nebula.

 

Una rosa disegnata nel cielo dal Grande Pittore Cosmico.

La dedico a tutti coloro che, da innamorati, soffrono le pene della solitudine e della lontananza dalla persona amata.
Una lontananza che può essere un continente, ma anche solo un pianerottolo o una stanza.
Amate e non abbiate paura dei sentimenti.
Se c’è un motivo per vivere è proprio per questo.

Darwin, Scienza e Fede

Charles Darwin

La giornata di oggi è dedicata alla nascita del celebre naturalista Charles Darwin, colui che per primo ha proposto una teoria evolutiva per le specie viventi attraverso il meccanismo della selezione naturale.

Durante il Darwin Day alcuni circoli intellettuali organizzano convegni e manifestazioni per ricordare – il giusto – contributo che Darwin ha dato al pensiero scientifico.
Purtroppo però alcuni di questi circoli finiscono per strumentalizzare il pensiero darwiniano per mostrare come nel mondo non ci sia bisogno di un Dio che pianifichi e sorvegli la nostra esistenza, che ogni forma religiosa sia solo un falso e obsoleto mito.
Io penso invece che questi cerchino di scacciare vecchie forme di religione con un’altra religione.

Darwin ha indicato una strada più corretta dal punto di vista scientifico di quanto lo sia la creazione divina, ma anche Galileo e Keplero indicarono che il sistema eliocentrico era scientificamente più corretto del sistema tolemaico adottato dalla Chiesa fino ad allora.
Da questo punto di vista Darwin non ha fatto teologia più di quanta ne abbiano fatta altri filosofi e scienziati prima e dopo di lui, semmai fanno teologia proprio coloro che dicono di aborrire ogni religione in virtù degli insegnamenti di Darwin.

Questi approcci fondamentalisti fanno male alla Scienza quanto il tribunale del Sant’Uffizio lo fece a Galileo Galilei o l’intolleranza dei seguaci del Vescovo Cirillo quando distrussero la Biblioteca di Alessandria.

La Scienza non è fede, è discussione. 

 

Global Warming, New Deal and the foolishness

La differenza fra politico e statista. Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione.

Alcide De Gasperi

 

Umby

Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è l’estremizzazione delle condizioni meteorologiche dovute a un  fenomeno tristemente noto come Riscaldamento Globale (Global Warming) 1.

Non è affatto facile dire di chi sia la colpa più immediata di questo fenomeno: potrebbe essere parte di un ciclo tutto sommato naturale di ampiezza secolare – la raccolta diretta delle informazioni sulla temperatura ha meno di duecento anni, oppure essere la conseguenza diretta della dipendenza della civiltà tecnologica attuale dai combustibili fossili 2.
Qualunque che sia l’origine del riscaldamento globale esso sta minacciando la nostra civiltà come nient’altro aveva fatto finora.
Per rimanere nel nostro cortile di casa, le cronache italiane di queste ore lo dimostrano ampiamente: è bastato un’ondata di maltempo generalizzato sul territorio nazionale che tutto si è paralizzato: traffico ferroviario e stradale , approvvigionamento elettrico e idrico paralizzato, rischio di esaurimento delle scorte di gas naturale per il riscaldamento … tutta una serie di incidenti che però si sono dimostrati efficaci per bloccare il paese per giorni e, in alcuni casi, per settimane.
Provate ad immaginare cosa potrebbero fare tanti singoli episodi di parossismo climatico tutti insieme: non molto tempo fa a Genova sono morte delle persone per l’imperizia di intubare un torrente nella città; piogge di 48 ore sono riuscite a paralizzare regioni intere con danni per milioni di euro: siccità che inginocchiano comunità e regioni che non vedono acqua da mesi con danni altrettanto gravi.
Eppure un minimo di prevenzione e di attenta pianificazione negli interventi sul territorio potrebbero evitare queste  spese: quello che è necessario per riparare – e ripagare – i danni è spesso molte volte il costo della semplice manutenzione e/o  messa in sicurezza del territorio. Strano che i tecnocrati prestati alla politica non mostrino di prestare abbastanza attenzione a questo.

La diga di Hoover fu costruita durante la grande depressione in maniera da fornire energia elettrica a basso costo per l'industria statunitense, fu inaugurata il 30 settembre 1935 dal presidente Franklin D. Roosevelt.

Occorre una leva per rilanciare l’economia? Nel 1933 Franklin Delano Roosevelt lanciò all’interno del progetto socioeconomico conosciuto come New Deal uno strumento potentissimo, il Works Progress Administration (WPA), che impiegò milioni di disoccupati nella creazione di grandi opere pubbliche che avrebbero cambiato il volto dell’America per sempre rendendolo moderno ed efficiente.
Un piano per la messa in sicurezza del territorio e l’avvio di opere per la ristrutturazione e l’efficienza  energetica nell’edilizia pubblica e privata sotto il controllo e la gestione di un’agenzia governativa simile alla WPA porterebbe innumerevoli benefici in termini di spesa per le emergenze, una minore dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento energetico e il rilancio dell’economia interna e l’assorbimento della disoccupazione.
Un piano simile sarebbe ancora più efficace se fosse deciso e coordinato in sede europea, ma la miopia dei politici europei interessati più alla finanza che all’economia, più alle successive elezioni che al progresso preferiscono cinesizzare 3 il sud del continente europeo piuttosto che occuparsi del benessere comune dei popoli che sono stati delegati a guidare.

Il Global Warming mette la nostra civiltà di fronte a una scelta: continuare come se niente potesse mai accadere, continuare a inseguire il mito della crescita infinita che i ciarlatani neoliberisti predicano – con successo purtroppo – alla  politica internazionale  o decidere di cambiare per il futuro della civiltà e delle prossime generazioni.
Certo è che se continueremo ad inquinare e consumare come abbiamo fatto finora il pianeta si scrollerà  di dosso la razza umana e continuerà come se questa non fosse mai esistita.

Viva la neve!

Umby

Questi sono stati giorni un po’ strani. L’allerta meteo c’era da giorni, io stesso avevo presente la situazione meteorologica della settimana successiva attraverso un banale servizio presente sul mio smartphone ormai stagionato. Eppure si sono avverati una serie di disagi -anche gravi – che non dovrebbero accadere in un paese civile che si vanta di essere una potenza industriale.
A Roma ne sono successe – e ne succedono – di tutti i colori: città semiparalizzata etc. Paradossalmente al suo aeroporto, Fiumicino, i voli sono quasi regolari, mentre i collegamenti con la Città Eterna sono in tilt: addirittura molti taxi che abitualmente fanno la spola con l’aeroporto non hanno neppure le catene o le gomme termiche per viaggiare!
In Toscana molti cavi elettrici sono stati interrotti dai rami degli alberi che sono caduti sui tralicci di media e bassa tensione per le abbondanti nevicate bloccando l’elettricità in molti paesi e verso le case più isolate.

Qeste sono cose che non dovrebbero assolutamente accadere: se si vuole offrire il servizio di taxi bisogna mettere sul conto che magari un  paio di catene a bordo possono essere utili un giorno o l’altro, come sarebbe opportuno un minimo di prevenzione da parte delle amministrazioni pubbliche  per evitare di far crescere gli alberi lungo le linee energetiche nei boschi e ridurre così i rischi di blackout.

Ce ne sono a centinaia di piccole cose da fare per non cadere nel panico alla prima nevicata, questo vale sia per i comuni cittadini e per le pubbliche amministrazioni e che possono far risparmiare denaro.

Volete un paio di esempi di cosa potremmo fare nel nostro piccolo? comprate le catene per la vostra auto quando non servono e tenetele in auto sempre, anche d’estate; non pesano, non occupano spazio e vi costeranno senz’altro meno che quando ce ne sarà bisogno.
Tenete in casa un ballino di sale da 10 – 25 kg da spargere un po’ sulle terrazze, balconi o vialetti per evitare la formazione del ghiaccio: costa pochissimo e spesso fa la differenza.
Comprate uno o più gruppi di continuità per PC: sono ottimi anche per ricaricare i cellulari se proprio dovesse andar male, almeno potrete comunicare.

Possiamo fare tante piccole cose per facilitarci la vita durante un’emergenza neve, così potremmo tornare a dire: «Viva la neve!»

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