Neil Armstrong è morto

Neil Alden Armstrong
5 agosto 1930 – 25 agosto 2012.
Credit: NASA

Ci sono cose che avrei non voluto mai scrivere.

Di Pacini, Dulbecco, oppure di Bernard Lovell, morto solo l’altro giorno.
Eppure sono qui a raccontarvi di un altro lutto, quello del Primo Uomo che ha messo piede su un altro mondo.
Neil Alden Armstrong aveva compiuto 82 anni lo scorso 5 agosto – era nato nel 1930 – e oggi si è spento a Cincinnati, nell’Ohio.

Era poco dopo le 22:00 del 20 luglio del 1969 che lo vidi per la prima volta;  forse ora non sarei qui a scrivere per Voi se quel momento non ci fosse mai stato.
Ero ancora un infante, e quella sera non non volevo andare a letto. Volevo stare lì incollato alla televisione come milioni di altre persone sparse nel Globo. Ero troppo piccolo per poterlo capire, ma intuivo che quello era un momento speciale, per me e per tutta l’Umanità.
Mi ricordo del simpatico siparietto fra Tito Stagno e Ruggero Orlando in America su quando il LEM si era posato sul suolo lunare e delle parole che Neil Armstrong pronunciò al momento in cui posò il suo piede sul suolo lunare.
Per tanto tempo per me è stata una frase sbiascicata e incomprensibile, ovviamente avevo letto la traduzione delle sue parole ma non riuscivo a intenderle nelle registrazioni, e al tempo in cui furono pronunciate non le compresi affatto.

Nemmeno un anno dopo, poco dopo il tramonto vidi una sottile falce di Luna nel cielo e poco sotto e un po’ più indietro un puntino luminosissimo. Chiesi a mia madre cos’erano e lei mi spiegò che quella era la Luna, dove erano stati gli astronauti.
Quel tramonto accese la mia fantasia e la mia passione per il vasto Oceano Cosmico, mentre sognavo  di essere uno di quei astronauti che come  buffi pupazzoni goffamente si muovevano su quello strano mondo senz’aria, proprio come aveva fatto Neil.

Poi ho fatto tutt’altro nella vita, ma il ricordo di Armstrong che scendeva la scaletta  del LEM ha segnato il mio percorso di vita.
Con vero affetto, grazie Neil Alden Armstrong.

Il padre del Jodrell Bank Observatory, Bernard Lovell è morto

Sir Bernard Lovell. Credit: Jodrell Bank, Università di Manchester

Avrebbe compiuto 99 anni il prossimo 31 agosto.
Invece il 6 agosto 2012 si è spento nella sua casa nel Chesire Sir Charles Alfred Bernard Lovell, padre del radiotelescopio Jodrell Bank di cui fu anche direttore dal 1945 al 1980.
Bernard Lovell nacque il 31 agosto 1913 nel Gloucestershire e studiò fisica presso l’Università di Bristol, ottenendo il dottorato nel 1936.
In seguito lavorò allo studio dei raggi cosmici presso l’Università di Manchester fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Durante la guerra contribuì allo sviluppo del radar H2S 1 per il quale fu premiato con l’Ordine dell’Impero Britannico nel 1946.
Tornato a Manchester alla fine del conflitto, continuò le sue ricerche con le conoscenze acquisite sui radar, dimostrando che è possibile rilevare le meteore che entrano nell’atmosfera dagli echi radar che producono ionizzando l’aria.

Credit: Jodrell Bank, Università di Manchester

Ideò il radiotelescopio di Jodrell Bank nel 1946 per sfuggire alle rumorose interferenze dei tram elettrici di Manchester, che all’epoca della sua costruzione era il più grande radiotelescopio orientabile del mondo 2, ben 76 metri di diametro.
Sir Lovell nel 1961 fu nominato cavaliere per i suoi contributi allo sviluppo della radioastronomia, mentre nel 1981 ricevette la Medaglia d’Oro della Royal Astronomical Society.

Nel 2009 Sir Lovell svelò che durante la guerra fredda, il radiosservatorio di Jodrell Bank divenne parte di un sistema di allarme rapido per gli attacchi nucleari.
Per questo,  i sovietici avrebbero cercato di ucciderlo con una dose di radiazioni letali.
Su questa storia Sir Lovell ha scritto un resoconto completo dell’incidente con le istruzioni che sarebbe stato pubblicato dopo la sua morte.

Un resoconto che avremmo preferito non leggere ancora.


E’ morto Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975

 

E’ morto Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975

 

Quando se ne va uno così è come se una piccola parte di noi se ne vada con esso.

Proprio stamattina commentavo un articolo apparso su Scetticamente.it riguardante la cronaca di un convegno di deliranti andati ad ascoltare un ancor più delirante ciarlatano che pretende di curare il cancro col bicarbonato di sodio; il comune bicarbonato che si usa prendere quando si è esagerato a tavola o per lavarsi i piedi dopo una giornata di trekking.
Stasera scopro che il grande ricercatore (premio Nobel nel 1975)  italiano emigrato negli Stati Uniti d’America 1 che ha rivoluzionato la ricerca medica sul cancro è morto.
Addio Renato Dulbecco, grazie per quello che hai saputo dare

E’ morto Franco Pacini il mondo dell’astrofisica in lutto

Ho conosciuto Franco Pacini solo attraverso le sue opere e le sue apparizioni in televisione. Però il suo amore per la scienza e la divulgazione le conosco anch’io, perché nel mio piccolo e insignificante Blog cerco di fare lo stesso.
Ogni volta che capito a Firenze sogno di andare alla Specola di Arcetri in gita, sono anni che ci penso e non l’ho ancora mai fatto. Ora quando capiterò da quelle parti penserò anche a Franco e all’amore per la conoscenza che ha saputo trasmettere anche a chi non lo aveva conosciuto di persona.

Cieli sereni Franco.

 

 

E’ morto Franco Pacini il mondo dell’astrofisica in lutto – Firenze – Repubblica.it.