M31 – PanSTARRS: una congiunzione straordinaria

Credit: Vesa Vauhkonen on April 2, 2013 @ Rautalampi, Finland

Credit: Vesa Vauhkonen on April 2, 2013 @ Rautalampi, Finland

Bella, vero?
Questa foto è stata scattata L’altra sera da Vesa Vauhkonen a Rautalampi​ in Finlandia.
Per chi, come me, ha dovuto subire l’inclemenza meteorologica di tutto il mese di marzo, almeno la soddisfazione di vederla in cartolina … volete mettere?
A parte gli scherzi, non mi è proprio stato possibile vedere questa splendida cometa proprio per colpa del maltempo che ha colpito l’Italia praticamente per tutto il mese. E quando le condizioni meteo sembravano migliorare un attimino, il mio lavoro e altri impegni – non da  ultimo la violazione del Blog – mi hanno tenuto lontano dallo scrutare il cielo.

Oltre alla mirabile estetica, c’è comunque un’altra ragione per cui ho scelto questa immagine. La congiunzione apparente di due astri fra loro lontanissimi almeno 2,5 milioni di anni luce. Una infatti è una galassia, Messier 31 conosciuta anche come la la Galassia di Andromeda, composta da mille miliardi di stelle che brillano di luce propria, mentre l’altra è una montagna di neve sporca che si è avvicinata al Sole e per questo sta sublimando gas che riflettono la luce del nostro astro.
Il loro accostamento nel cielo è solo apparente, esattamente come fa un qualsiasi altro pianeta del Sistema Solare che si  proietta in una porzione di cielo che prende il nome dalla costellazione che ospita.
Esattamente come accade con le stelle fra loro lontanissime e indipendenti che condividono la stessa porzione di cielo e che noi, per comodità, per ragioni storiche e mitologiche, chiamiamo costellazioni.

Quindi quando sentirete parlare di Plutone nel Sagittario, Marte nei Pesci e Giove nei Gemelli sappiate che queste sono soltanto proiezioni apparenti e nient’altro; esattamente come la C/2011L4 PanSTARRS e M 31 che nella foto dominano la costellazione di Andromeda.

Polvere celeste

La traccia nel cielo dell'Evento Chelyabinsk.

La traccia nel cielo dell’Evento Chelyabinsk.

Il 15 febbraio scorso un eccezionale meteorite esplose nel cielo di Chelyabinsk​, sui Monti Urali in Russia.
Già a poche ore dall’evento gli astronomi erano riusciti con una discreta approssimazione a determinare il percorso nell’atmosfera del meteoroide e la sua orbita di origine 1; questo grazie alle numerose riprese fotografiche e ai sensori ad infrasuoni della rete ISM dell’organizzazione internazionale CTBTO 2 che ne avevano tracciato il percorso nell’atmosfera.

Non sto a ripetere la storia che altri blog hanno già sviscerato, ma vorrei piuttosto parlare del rinnovato interesse del grande pubblico per le meteoriti e per i sassi che ogni tanto la Terra incrocia percorrendo la sua orbita.
Giusto la sera prima dell’evento di Chelyabinsk la Terra era stata sfiorata dall’asteroide Apollo 2012 DA14, un sasso di 45-50 metri da una quota di 27700 chilometri, il che aveva ovviamente scatenato le solite fantasie dei soliti catastrofisti che, ormai orfani del Calendario Maya, colgono tutte le occasioni per ricordarci il famoso motto trappista “ricordati che devi morire!” e avevano scorto un legame tra i due eventi, segno certo di qualche oscuro presagio. Legame che comunque presto le indagini sulla traiettoria del meteoroide hanno smentito.

Un micrometeorite.

Un micrometeorite.

Ogni anno almeno 15 mila tonnellate di materiale meteorico cade sulla Terra, eppure eventi come quello di Chelyabinsk 3  per fortuna ormai sono estremamente rari tanto che nell’ultimo secolo si contano sulla punta delle dita 4.

Queste sono composte perlopiù da polveri e micrometeoriti di dimensioni veramente minuscole da passare totalmente inosservate. Non ce ne rendiamo conto ma in realtà è così.
Avete presente quella strana lanuggine che quotidianamente troviamo sotto i nostri letti, oppure quelle strane luccioline danzanti che si scorgono in un raggio di luce che attraversa una stanza buia 5? Per la maggior parte è composta da scaglie di pelle, residui organici e microorganismi parassiti come funghi e acari, polveri vulcaniche etc., cioè quello che è chiamato pulviscolo atmosferico.  Una parte invece è polvere cosmica che il pianeta raccoglie percorrendo la sua orbita attorno al Sole.
Quelle che comunemente chiamiamo stelle cadenti sono solo una parte di questo pulviscolo cosmico che quotidianamente cade sulla Terra. Una parte di questo pulviscolo non sviluppa neppure una coda di plasma visibile, si deposita semplicemente sugli strati alti dell’atmosfera e poi atterra dolcemente anche dopo giorni interi di sospensione, oppure evapora nel suo ingresso nell’atmosfera per l’attrito con questa e poi risolidifica formando microscopiche goccioline vetrose o di metallo sferoidali, come nella foto qui sopra.

La scala delle dimensioni di questi micrometoriti è enorme: insieme al materiale delle dimensioni addirittura di una particella di fumo di sigaretta, arrivano al suolo anche grani ben più grandi, dell’ordine dei decimi di millimetro che non sono poi così difficili da intercettare, a volte basta una … calamita!

Ma per spiegarvi in dettaglio come raccogliere micrometeoriti dovrete un attimino attendere il prossimo articolo sull’argomento che sto appunto preparando.


 

C/2011-L4 PanSTARRS: la cometa di primavera

In questi ultimi giorni mi sono attardato a studiare l’affascinante mondo dei neutrini. L’argomento ha così attirato la mia attenzione che mi sono completamente dimenticato di parlarvi dell’imminente arrivo dell’altra Grande Cometa di quest’anno che tra pochissimi giorni sarà visibile ad  occidente poco dopo il tramonto. Non me ne vogliate, rimedio subito.

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I tempi sono espressi in UT; per l’Italia basta sommare quindi un’ora per ottenere l’ora standard di Roma.
Credit: Il Poliedrico

Se la C/2012 S1 ISON promette di essere una delle più luminose comete degli ultimi secoli 1, la PanSTARRS già visibile nei cieli australi certo non sfigura.

Per ora la cometa è visibile, sempre con maggiore difficoltà a cusa del suo avvicinarsi al perielio, dall’emisfero sud,  mentre già dai giorni 4 e 5 dovrebbe esser possibile scorgerla, magari con difficoltà, nei bagliori vespertini.
La situazione dovrebbe notevolmente migliorare nelle serate successive mentre la PanSTARRS si allontana dal Sole.

La curva di luce prevista per C/2011 L4 PanSTARRS Credit: http://www.aerith.net/

La curva di luce prevista per C/2011 L4 PanSTARRS
Credit: http://www.aerith.net/

In particolare vorrei segnalarvi lo spettacolo del 12 marzo,  quando una sottilissima falce di Luna, Marte e la cometa staranno un francobollo di cielo grande appena 7 gradi.
La curva di luce prevista per la PanSTARRS  indica che comunque già verso la fine del mese la cometa potrebbe diventare invisibile a occhio nudo Consiglio in tal caso l’uso di strumenti a grande campo per non perdersi la conda che adesso punta decisamente verso Nord. Per le effemeridi del giorno e altre informazioni vi invito a consultare il Calendario di questo sito.

Non mi resta quindi che augurarvi un bocca al lupo per le osservazioni e …
Cieli sereni


Errare Humanum est

Umby

Mi spiace. Forse ho peccato di presunzione, o forse di leggerezza. Fate voi. L’importante è riconoscere i propri errori e cercare sempre di porvi rimedio.
Fatto è che le mappe che in precedenza avevo pubblicato per il passaggio ravvicinato dell’asteroide 2012 DA14 le ho tolte perché sono sbagliate e non vorrei essere successivamente accusato di avervi fatto mancare l’appuntamento del 15 febbraio.
Il principale problema è che è molto difficile ottenere delle effemeridi abbastanza accurate del piccolo asteroide usando software non espressamente dedicati all’elaborazione di coordinate celesti per piccoli corpi. Ce ne sono alcuni 1 che assolvono proprio questo compito, ma non li conosco abbastanza per potermi esprimere.
Il vero problema per cui software come Stellarium, C2A, etc. falliscono è che l’asteroide 2012 DA14 è troppo piccolo rispetto alla Terra e passerà troppo vicino al nostro pianeta perché questi possano dare previsioni abbastanza accurate della traiettoria in cielo del piccolo sasso.
Per avere dati più accurati possibile e poterveli quindi offrire sulla sua specifica pagina del calendario, ho fatto ricorso al programma online Horizons del Jet Propulsion Laboratory / Solar System Dynamics.
Il programma Horizons è disponibile per chiunque e offre diversi metodi di accesso, via telnet, via mail o via web, però restituisce solo coordinate celesti in ascensione retta e declinazione, niente forma grafica quindi, comunque necessarie per centrare l’asteroide o la cometa cercata. Certo una proiezione grafica per chi si approccia con un binocolo o ad occhio  nudo avrebbe fatto comodo, vedrò in futuro di attrezzarmi in questo senso.
Pertanto qui rinnovo il mea culpa per le mappe sbagliate che nel frattempo avevo pubblicato sul calendario, pregandovi di usare piuttosto le coordinate celesti prodotte da software ben più sicuri come Horizons. Vi prometto che in futuro farò più attenzione, perseverare autem diabolicum.


Per uno sciame che va un’altro se ne viene, forse.

La cometa 46P/Wirtanen responsabile dello sciame. Photo credit: T. Credner, J. Jockers, T.Bonev / Max-Planck-Institut fur Aeronomie

In questi giorni uno sciame meteorico incrocia l’orbita della Terra: le Geminidi 1, e come dice il nome,  il suo punto radiante è nella costellazione dei Gemelli.

Le Geminidi sono originate da un oggetto alquanto strano: 3200 Phaethon (3200 Fetonte). Scoperto dal compianto telescopio infrarosso IRAS nel 1983, 3200 Fetonte 2  è classificato come asteroide Apollo 3 ma il suo perielio è addirittura inferiore all’orbita di Mercurio!
Forse per le grandi forze mareali del Sole, forse per uno scontro avvenuto al di là dell’orbita di Marte o forse, più semplicemente, perché è solo il nucleo solido di una antica cometa ormai estinta, fatto sta che 3200 Fetonte si sta disintegrando, tant’è che le Geminidi fra qualche centinaio di anni si saranno estinte.

Ma per uno sciame che scompare eccone un altro che arriva: ancora non ha un nome, anzi ancora non si è vista una meteora, o forse sì, proprio in queste sere.

La 46P/Wirtanen sarà la protagonista del mese di dicembre 2018, quando passerà velocemente tra Aldebaran e le Pleiadi ad appena 10 milioni di chilometri dalla Terra.
Credit: Il Poliedrico

L’origine di questo – per ora teorico – sciame è la cometa periodica 46P/Wirtanen, scoperta solo nel 1948 e probabile obiettivo di una futura missione spaziale 4

Il periodo di questa cometa è di 5,4 anni e il suo perielio è curiosamente appena fuori all’orbita terrestre. La causa di questo perielio così ampio è dovuto ai ripetuti passaggi nei pressi di Giove che di fatto ha reso caotica l’orbita di 46P/Wirtanen.
Nonostante i ripetuti passaggi ravvicinati della Terra nei pressi del nodo ascendente dell’orbita della cometa, finora non erano mai state osservate meteore riconducibili a questo radiante, ma stando alle simulazioni orbitali del cacciatore di meteore russo  Mikhail Maslov quest’anno la Terra dovrebbe intersecarne la coda dei detriti tra il 10 e il 14 dicembre.

Mentre il radiante delle Geminidi è sopra l’orizzonte per tutta la notte, il nuovo sciame  – se ci sarà – sarà visibile solo nelle ore prima della mezzanotte.
Anche lo sciame sarà particolare: la ZHR previsto è solo di 30 meteore per ora con una velocità di ingresso molto più bassa delle Geminidi 5, il cui ZHR è previsto di 120.

I due radianti degli sciami meteoritici di cui si parla nell’articolo alle ore 20:00 UTC per il meridiano di Roma.
Credit: Il Poliedrico

Ora freddo e nubi permettendo, con la Luna Nuova e il cielo non inquinato dalle luci dei centri urbani, comunque vada lo spettacolo meteoritico è assicurato per venerdì 14 e le prime ore di sabato 15.
Cieli Sereni


Una meridiana venusiana

Lo so, sono mancato per troppo tempo e vi dovevo questa risposta.
Purtroppo ho avuto una settimana infernale, e per giunta domenica pomeriggio mi è caduto pure il telescopio (rompendo anche una doppia finestra).
Spero che comprendiate il mio silenzio.

Credit: Il Poliedrico

 

 

Credit: Il Poliedrico

Questa qui sopra è la foto originale da cui ho tratto la protagonista dell’ultimo quiz 1 dopo una laboriosa opera di restauro.
Quella che vedete non è frutto di inquinamento luminoso, che lascia un’ombra assolutamente non definita.
E  neppure la Luna, che avrebbe riprodotto un’immagine ben più luminosa.
Questa è l’ombra di Venere che sono finalmente riuscito a registrare lo scorso 20 aprile in una strada di campagna tra le colline senesi, in Val di Crevole.
La ripresa non fa certo giustizia all’evento, ma solo perché ho usato una fotocamera compatta (A650 Powershot) riprogrammata con CHDK 2 per scattare una lunga serie di foto in sequenza con un tempo di esposizione di 5 secondi, diaframma a 2,8 e distanza focale di 8,2 millimetri.
Se volete potete scaricare l’immagine e rielabolarla voi stessi.

In quelle sere Venere era nelle migliori condizioni per proiettare un’ombra sulla Terra: la sua falce calante verso la congiunzione inferiore del 6 giugno 3 (il transito di Venere sul disco solare) era ancora abbastanza ampia da riflettere molta luce del Sole e la sua distanza rispetto alla Terra era abbastanza ridotta da arrivare in quei giorni a una magnitudine di -4,5.
Per questo Venere è riuscita a proiettare la sua ombra, che è ben più netta di quella lasciata dal Sole, dalla Luna o da qualsiasi altra fonte luminosa non puntiforme.

Io intanto mi prodigavo con l’altra fotocamera ben più performante e ho fatto questa per immortalare l’evento:

Venus


Una meridiana un po’ particolare

20 aprile 2012 Credit: Il Poliedrico

Lo so, la foto qui sopra fa un po’ schifo, sgranata, in bianco e nero,  oggetti non bene identificabili. La fotocamera di ripresa è una Powershot A650, macchina eccellente ma pur sempre una compatta, con tutti i suoi limiti di ripresa in condizioni di luminosità quasi nulla.
Per diverso tempo i fotogrammi sono stati dimenticati in una directory  fino a che l’altro giorno li ho ripescati e sottoposti a pesante restauro. Questo fotogramma  è uno di loro, l’ho recuperato da uno apparentemente nero e questo è proprio il massimo che sono riuscito a fare.
Quello che vedete è un tergicristallo alzato di un’auto, dietro c’è un foglio bianco su ci il braccetto del tergicristallo ha proiettato un’ombra. Il concetto del mio esperimento è lo stesso di un meridiana.

La domanda appunto è:

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Fra una settimana lo saprete!

 

Le Perseidi d’agosto

Credit: Il Poliedrico

Come ogni anno di questo periodo sono qui a ricordarvi dello sciame delle Perseidi, originato dallo sciame di detriti che la cometa Swift-Tuttle 1 disperde lungo la sua orbita in prossimità del suo perielio.

Le prime testimonianze delle Perseidi si trovano nei resoconti cinesi fin dal 36 dC che narrano di 100 meteore in una notte. 
Numerosi sono infatti i riferimenti che appaiono nei documenti cinesi, giapponesi e coreani nel corso dei secoli successivi, dall’8° fino al 11° secolo. Tuttavia, a titolo di cronaca, si riscontrano solo sporadici riferimenti nel 12° e nel 19° secolo.
Le Perseidi sono  comunemente conosciute come le “lacrime di San Lorenzo”, perché probabilmente nel passato il massimo dello sciame cadeva il 10 d’agosto, quando in Italia si festeggia il martirio del Santo che per la tradizione cristiana fu graticolato 2.
Fu comunque Adolphe Quetelet, che nel 1835 si accorse che lo sciame aveva un periodo annuale centrato in agosto e che sembrava provenire dalla costellazione del Perseo.

Quest’anno non sarà come l’anno scorso con  la Luna Piena a offuscare la vista del cielo. Infatti questa sorgerà alle 2 del mattino a circa 50° dal punto radiante dello sciame, ma sarà illuminata solo per il 20%, creando così poco disturbo al fondo cielo.
Le previsioni per quest’anno parlano di almeno 55-60 tracce orarie dopo le 02:00 tempo locale fino all’alba, ma si sa, le previsioni sono fatte per essere smentite.
Per i suggerimenti all’osservazione consultate gli altri articoli che ho già pubblicato, troverete senz’altro altre informazioni molto utili.


Note: