A M A F I A (di Lorenzo Peritore)

Il Giudice Rosario Livatino venne ucciso il 21settembre 1990 sulla SS 640 mentre si recava senza scorta in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra; aveva solo 38 anni. il Poeta Lorenzo Peritore gli ha dedicato questa poesia:
Unn’arrinesci a vidirla,
si nni stà bona ammucciata
e quannu è pedi pedi
è sempri camuffata.
Tutti a ciamammu mafia
e tutti a cunnannammu,
ma sulu chi paroli,
chi fatti ni scantammu.
A mafia pedi unn’hava
e sula un pò caminari.
Unn’hava mancu manu
e sula un pò sparari.
C’è co ci mpresta i pedi
pi farla caminari
e co ci mpresta i manu
ca usa pi sparari.
Poi ci sunnu i capucciuna
ca a sannu cumannari
e chiddi cu cirbeddu
ca a sannu organizzari.
Ma co sunnu sti mafiusi?
E sta mafia unn’è ca è?
Putemmu essiri tutti
e po’essiri unni eggiè.
Pozzu essiri puru ia
e pò essiri puru tu,
pi chissu se fa dannu
un si scopra co è ca fù.
Ca mafia si ci aggrega
u mpiegatu, u muraturi,
l’operaiu, u disoccupatu,
abbucatu, u prefessuri,
si ci associa u cunsiglieri
,u ministru e u diputatu
e dimostrino ca a mafia
è puru dintra u Statu.
Arristammu a vucca aperta
e ni para fantasia
quannu accertinu ca a mafia
trasa puru e saristia.
Chi brutta bestia è a mafia!!
E’ n’amara realtà.
E’un fenominu diffusu
di sta nostra società.
E un purpu bellu grossu
ca usa i sò ventosi
p’aggrapparisi unni eggiè
e aggarrari tutti cosi.
E’un cancru chi metastisi
ca ni vò cuntaggiari,
arrisista cu l’omertà
e ngrassa cu malaffari.
Pi guariri sta cancrena
un po’abbastari a cura
ca ci somministra u Statu,
o sannò a Magistratura.
Serva ca tutti quanti
cangiannu mentalità
circammu d’abbissari
stu muru d’omertà.
E pi putirlu fari
unn’esista megliu cura
c’abbattiri a gnuranza
e puntari na cultura.

Riforma Costituzionale

La lucetta che indicava l’attività del sistema lampeggiò una, due.. tre volte.
Il brusio degli hard disk e delle ventole di raffreddamento diventò d’un tratto, quasi assordante.
Sul vecchio e polveroso monitor a fosfori verdi, fornito da un elettrotecnico di Cassano Magnago, lampeggiava una inquietante scritta:
«Richiesta di conferma all’esecuzione dell’operazione»
«Vuoi continuare [si/no]»
una manina grassoccia e un po’unta schiacciò un tasto grosso come un turacciolo di colore verde…
La scritta cambiò:
«Inserire il suporto contenente il software di aggiornamento»
«Premere F1 per l’aiuto in linea»
La solita manina premette il tasto F1, non capiva cosa si intendesse per supporto.
Lo schermo vomitò una lunghissima serie di caratteri che dicevano:
«Per supporto si intende un qualsiasi mezzo che possa contenere il software di aggiornamento»
«questo supporto può essere inteso come un dischetto da 5,4 pollici detto anche floppy»
«oppure un disco un po’ più piccolo detto dischetto o floppino»
«oppure un compact disk o un digital versatile disk»
«oppure una chiavetta o un hard disk esternidotati di porta USB 1.0 o superiori»
«WARNING — ATTENZIONE»
«Per supporto dati può essere usato un casco neuronale per sfruttare il cervello umano come supporto multimediale (SPERIMENTALE – LEGGERE ATTENTAMENTE LE ISTRUZIONI RIPORTATE SUL MODELLO)»
L’ometto della manina si guardò in giro una buona mezz’oretta, per essere sicuro di fare le cose per bene. Non aveva nessun floppino o disco e la sua chiavetta era piena di foto di mezzibusti presi dalla vita in giù, soprattutto di donne, non aveva mai capito perché a lui le foto venivano così. Poi notò un a specie di cuffia da cui partivano centinaia di filini che finivano ammazzettati dietro al computer; c’era sopra un’etichetta appiccicata scritta da mano: insicura:
“COSO NEURO NALE – USARE CON LA TENZIONE – non è buono per scolare la pasta perché si prendono la scossa”
L’omino si disse: «L’idea è mia, quindi sò cosa devo fare!»
si mise il coso in testa e si accorse che gli andava stretto, la fluente chioma che lo faceva sembrare più alto era di ostacolo al suo progetto, non c’era tempo di andare da un parrucchiere, poi erano le 3 di notte e doveva finire a tutti i costi prima dell’alba, quindi se la tagliò col suo inseparabile coltellino svizzero che aveva anche un paio di forbicine. Quando ebbe finito, riprovò: ora il casco era ancora stretto, ma ci stava sulla sua testolina ormai pelata.
«Tanto ricrescono» pensò, «un sacrificio val bene il mio contributo».
L’omino premette ESC per tornare al menù principale e continuare la sua opera; digitò “SI” alla richiesta di conferma.
Le luci della stanza si affievolirono e il rumore delle ventole e degli hard disk diventò infernale; le lucette di sistema lampeggiavano come i fulmini in una tempesta tropicale, sul monitor apparve una inquetante scritta:
«Aggiornamento della Costituzione Italiana del 1/1/1948 in corso… 0%»
«Modifica dell’articolo 1 in corso… 0%»
«Impossibile continuare…»
«Errore del supporto di aggiornamento. No media found….»
«Retry – Abort – Ignore»
L’ometto infuriato schiacciò la R diverse volte, senza effetto. Quindi tentò di passare oltre con la lettera I, ma il messaggio d’errore non scomparve: anzi questo si moltiplicava ogni volta che l’omino premeva R o I.
Alla fine, stremato, guardò l’orologio sulla parete che indicava le 06:48 e capì di aver perso la nottata per niente; premette la A nel tentativo di annullare l’aggiornamento, ma l’azione gli fu fatale: un feedback dal computer al casco lo fulminò.
Mezz’ora dopo due uscieri trovarono il corpo del piccolo menestrello veneziano con una passatoia in capo e rivolto all’altro uno disse:
«te l’avevo detto che non era bbuona per scolare la pasta?»

Umile preghiera di un Uomo saggio

O Signore, la cui voce sento nei venti
e il cui respiro dà vita a tutto il mondo, ascoltami.
Vengo davanti a te, uno dei tuoi tanti figli.
Sono piccolo e debole:
ho bisogno della tua forza e della tua saggezza.
Lasciami camminare tra le cose più belle
e fa’ che i miei occhi ammirino il tramonto rosso e oro.
Fa’ che le mie mani rispettino ciò che tu hai creato,
e le mie orecchie siano acute nell’udire la tua voce.
Fammi saggio,
così che io conosca le cose che tu hai insegnato,
le lezioni che hai nascosto in ogni foglia, in ogni roccia.
Cerco forza,
non per essere superiore ai miei fratelli,
ma per essere abile a combattere
il mio più grande nemico: me stesso.
Fà che io sia sempre pronto a venire con te,
con mani pulite e occhi diritti,
così che quando la vita svanisce
come la luce del tramonto,
il mio spirito possa venire a te senza vergogna.

Preghiera di Yellow Lark, Capo Indiano Sioux

Lasciate che vi racconti una storia:

C’era una volta un giovanotto che s’era diplomato per corrispondenza e che voleva fare il cantante.
Dopo soli due dischi (“Ebbro (boogie woogie)” e “Sconforto (rock-slow)”) gli fu imposto dalle guardie venatorie alpine di cessare immmediatamente la carriera: infatti gli animali, quando sentivano queste canzonette, fuggivano dalle montagne trovando più sicure le autostrade della grande pianura, mentre le trote e i salmoni si rifiutavano di risalire i fiumi, preferendo la più salubre laguna veneta.
Dopo un po’ l’ebbro cantante trovò la prima moglie (questa dirà poi che sposarlo è stata la più grande jattura mai capitatale),  usciva tutte le mattine di casa con la valigetta del dottore (dicendole “ciao amore, vado in ospedale”) senza essersi però mai laureato (gli mancavano infatti 11 esami, lo sfigato).
Comunque il nostro (per nostra sventura) riuscì a riprodursi (forse per mitosi o forse adottando una trota) lasciandoci un ignorantello antropomorfo a proseguire le sue eroiche gesta ….
ma gli italiani non vissero felici e contenti per i succcessivi 30 anni

Oggi 24/5/2011 sono finalmente riuscito a trovare le due canzoni della storia: sono queste, ma mi raccomando, ascoltatele a vostro rischio e pericolo,  gli animali, e forse anche i vostri vicini di casa, potrebbero aggredirvi…

 

 

Licenze


Cosè il Copyleft
Ho vissuto già in passato il dibattito sulle licenze copyleft nell’ambiente GNU/Linux fin dalla fine degli anni ’90. Sviluppatori di tutto il mondo che passavano parte del loro tempo a discutere su come e cosa rilasciare del loro lavoro di programmazione agli altri, le discussioni interminabili sul contributo di Richard Stallman volto allo studio di licenze che impedissero alle aziende di accaparrarsi ingiustamente del lavoro di programmatori indipendenti, l’attenzione ai limiti del maniacale sulle sfaccettature delle licenze presenti sul piano giuridico per impedire che aziende con stuoli di avvocati potessero beffare gli inventori di un algoritmo che faceva loro gola senza per questo riconoscere la paternità dell’opera.
Per questo i miei lavori (pochi per il vero) li ho rilasciati come GNU/GPL, ad esempio il software con cui archivio i dati del mio lavoro l’ho scritto io e l’ho rilasciato con questa licenza.
Quando poi ho deciso di aprire questo blog, ho ripensato a quelle centinaia di post e le polemiche che si accendevano nelle varie mailing list a cui ero iscritto, ho ripensato a tutti quei progetti così promettenti che venivano scissi (fork) per i diverbi dentro le comunità di programmatori e ho deciso di prendere la Creative Commons come licenza a garanzia delle mie opere o di quello che pubblico su questo sito.

Perché il Copyright per me è sbagliato.
Il concetto del diritto d’autore è a mio giudizio profondamente sbagliato. Attenzione, non nego il diritto di chi appartiene la paternità di un’opera non possa godere del giusto guadagno di quello che sia frutto del suo ingegno, ma non desidero che questo diritto possa essere di ostacolo al progresso della collettività, ve lo immaginate se Pitagora avesse chiesto i diritti d’autore sul suo celebre teorema, o se magari Dante avesse brevettato la lingua italiana: il freno che le attuali leggi sui brevetti e i diritti d’autore sono avrebbero di fatto bloccato l’evoluzione della civilttà umana fino al loro scadere. Pensate un attimo se Fleming avesse brevettato la penicillina , come invece fece la Bayer con il principio attivo presente nella corteccia del salice bianco e che era noto fin dai Sumeri: la salicina. Pensate un attimo all’agorà, o se preferite a due persone che si incontrano con ognuno una sua idea: se questa viene condivisa entrambi ne usciranno con un’idea in più, si saranno quindi arricchiti, altrimenti rimarranno solo due poveracci con una sola idea in testa; questo è lo spirito della condivisione o del copyleft se volete.
Io credo che invece le conoscenze debbano essere tutelate, sì, ma che debbano allo stesso tempo essere condivise con gli altri per una più grande coscienza: quella umana.Per questo ho creato questo blog e ho scelto questa licenza, consideratelo pure un mio peccato di presunzione, spero solo che sia l’unico.